Regalo dell’Associazione al Reparto di Terapia Intensiva Neonatale
tratto da LeccePrima del 22 Luglio 2013
Generoso regalo per i neonati del “Fazzi”, privati soccorrono sanità pubblica
LECCE – Due incubatrici nuove di zecca ed un’isola dedicata alla rianimazione dei piccoli pazienti: la generosa donazione offerta da privati all’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, riesce a far commuovere l’intero reparto di terapia intensiva neonatale. “Sono contenta non per me, ma perché questo gesto di beneficienza migliorerà il funzionamento dell’intero reparto” afferma, non senza commozione, la direttrice responsabile Maria Antonietta Pulito.
La dottoressa, caporeparto per anni, alla soglia del pensionamento ha avuto il piacere di ringraziare personalmente i responsabili delle due associazioni no-profit, “Un sorriso per Francesco” e “L’abbraccio”, e la famiglia Trio i cui due gemelli, Vito e Luigi, che ora sgambettano vivacemente nei corridoi dell’ospedale, al momento della nascita hanno vissuto i primi momenti difficili.
“Lo scopo del dono è quello di aiutare l’ospedale nei limiti in cui i privati possono, mediante le proprie risorse magari esigue, ma comunque utili ad integrare le lacune della sanità pubblica – aggiunge la presidente dell’associazione “Un sorriso per Francesco”, Carmela Scippa Stefanizzo -. La nostra associazione, del resto, è da sempre impegnata nel sociale e il nostro intento era quello di riuscire a donare un sorriso a chi non ce l’ha”.
Il “regalo” dal valore di 45 mila euro, cui hanno partecipato alcune aziende specializzate nell’alimentazione dei neonati, sarà in grado di arricchire il nosocomio di Lecce con due macchinari fondamentali: le incubatrici, che si sommano alle dieci già esistenti, predisposte per l’intervento su problematiche importanti come l’ipertensione polmonare e l’asfissia.
E l’isola per la rianimazione che, nel dettaglio, è un piano completamente attrezzato per il primo soccorso dei bambini nati prematuri. Un macchinario di cui il reparto Utin era, peraltro, sprovvisto: “Avremmo bisogno di due isole da destinare sia alla sala parto che alla sala operatoria – spiega la dottoressa Pulito –. Fino a questo momento abbiamo utilizzato un tavolo su cui vengono posti tutti i bambini all’atto della nascita, compresi quelli che presentano delle patologie”
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