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Generoso regalo per i neonati del “Fazzi”, privati soccorrono sanità pubblica

Articolo tratto da Lecceprima.it

Due incubatrici ed un piano per la rianimazione dei bambini prematuri, donati da due associazioni no-profit ed una famiglia. “Un aiuto importante, per i risultati raggiunti dobbiamo dire grazie alla bravura  dell’equipe medica”

LECCE – Due incubatrici nuove di zecca ed un’isola dedicata alla rianimazione dei piccoli pazienti: la generosa donazione offerta da privati all’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, riesce a far commuovere l’intero reparto di terapia intensiva neonatale. “Sono contenta non per me, ma perché questo gesto di beneficienza migliorerà il funzionamento dell’intero reparto” afferma, non senza commozione, la direttrice responsabile Maria Antonietta Pulito.

La dottoressa, caporeparto per anni, alla soglia del pensionamento ha avuto il piacere di ringraziare personalmente i responsabili delle due associazioni no-profit, “Un sorriso per Francesco” e “L’abbraccio”, e la famiglia Trio i cui due gemelli, Vito e Luigi, che ora sgambettano vivacemente nei corridoi dell’ospedale, al momento della nascita hanno vissuto i primi momenti difficili.

“Lo scopo del dono è quello di aiutare l’ospedale nei limiti in cui i privati possono, mediante le proprie risorse magari esigue, ma comunque utili ad integrare le lacune della sanità pubblica – aggiunge la presidente dell’associazione “Un sorriso per Francesco”, Carmela Scippa Stefanizzo -. La nostra associazione, del resto, è da sempre impegnata nel sociale e il nostro intento era quello di riuscire a donare un sorriso a chi non ce l’ha”.

Il “regalo”  dal valore di 45 mila euro, cui hanno partecipato alcune aziende specializzate nell’alimentazione dei neonati, sarà in grado di arricchire il nosocomio di Lecce con due macchinari fondamentali: le incubatrici, che si sommano alle dieci già esistenti, predisposte per l’intervento su problematiche importanti come l’ipertensione polmonare e l’asfissia.

Carmela Scippa e Maria Antonietta Pulito-2E l’isola per la rianimazione che, nel dettaglio, è un piano completamente attrezzato per il primo soccorso dei bambini nati prematuri. Un macchinario di cui il reparto Utin era, peraltro, sprovvisto: “Avremmo bisogno di due isole da destinare sia alla sala parto che alla sala operatoria – spiega la dottoressa Pulito –. Fino a questo momento abbiamo utilizzato un tavolo su cui vengono posti tutti i bambini all’atto della nascita, compresi quelli che presentano delle patologie”.

Se la strada per il funzionamento ottimale di un reparto posto sotto pressione dai grandi numeri delle gestanti,  è ancora lunga (come ammettono gli stessi  medici ed il personale infermieristico impiegato), oggi è stato compiuto un passo da gigante. E, del resto, le performance brillanti hanno già premiato il notevole sforzo e l’impegno dell’equipe medica: nel 2010, infatti, il reparto è stato inserito in un network americano che equipara i dati del Vito Fazzi a quelli raccolti nei centri medici di tutto il mondo. Attestando un’ottima posizione. Nell’anno preso in esame su 95 bambini venuti alla luce prematuramente (al di sotto del chilo e mezzo), solo in quattro non hanno superato la prima grande prova della vita.


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